Radio Spada risponde al Grande Oriente d’Italia sul prete-massone Longano
-di Davide Consonni, “l’oscuro giornalista”-
Ad aprile scorso Radio Spada pubblicò un articolo nel quale si dimostrava l’imminente pubblicazione, da parte della miscellanea della Biblioteca Apostolica Vaticana, di uno studio sull’opera più celebre dell’abate massone Longano: “Il purgatorio ragionato”. Si dimostrava inoltre che il Grande Oriente d’Italia partecipò, fornendo testi e documenti, alle fatiche dell’autore del suddetto studio. E’ quindi consigliabile, per comprendere quanto si scriverà qui di seguito, leggere quanto pubblicammo ad aprile.
E’ innanzitutto da chiarire che lo studio sull’opera blasfema del prete massone Longano è stato effettivamente pubblicato dalla Biblioteca Vaticana ed è ora disponibile alla modica cifra di 120 euro. Ma questa è solo la prima novità in merito a questa vicenda. Infatti le novità più interessanti ci giungono ancora una volta dall’obbedienza massonica più numerosa della penisola: il Grande Oriente d’Italia. Due settimane orsono il sito ufficiale del GOI annunciò che in data 6 novembre si sarebbe tenuta una conferenza, all’interno del nuovo tempio massonico romano “Casa Nathan”, che avrebbe trattato il tema dello studio pubblicato dalla Vaticana con l’intervento di diversi studiosi, il tutto alla presenza di eminenza massoniche, trai quali il Gran Maestro Bisi. Qui la locandina/invito.
Ebbene, è per diversi motivi che s’è deciso di dover rispondere a parte di quanto detto durante tale conferenza. Uno dei motivi è rappresentato dal fatto che avendo già scritto in merito a tale questione l’interesse per la medesima permane vivo. Inoltre, se ciò appena detto non dovesse essere sufficiente per giustificare tale ulteriore scritto, un altro dei motivi risiede nel fatto che Radio Spada è stata citata da uno degli studiosi intervenuti durante la conferenza, la citazione ci viene proprio dall’autore dello studio sull’opera “Il Purgatorio ragionato” di Longano, tale autore si chiama Francesco Lepore, che ringraziamo anticipatamente, il quale si riferiva, citandoci, all’articolo che pubblicammo in merito alla pasquinata massonica pubblicata dalla Biblioteca Apostolica Vaticana. S’è scelto, per quanto riguarda ciò che segue in questo scritto, di soffermarsi nel commentare solo quanto affermato, durante la conferenza, dal Gran Maestro Bisi e dal nostro Francesco Lepore. Partiamo dal secondo. L’intervento del Lepore ha sinceramente stupito, non solo per la citazione dell’articolo di Radio Spada, molto più per le motivazioni che il latinista ha apportato per giustificare l’interesse per l’abate-massone Longano. Infatti nell’articolo che scrivemmo in merito alla questione Longano ci chiedemmo quale potesse essere il legame d’interessi che univa un latinista pontificio della Biblioteca Vaticana con la storiografia dei preti massoni che caratterizzano la storia recente di Santa Romana Chiesa, va inoltre rammentato che il Lepore continua ad occuparsi di tematiche LGTB gestendo il blog Gaia Vox per conto dell’HuffingtonPost. Ebbene il Lepore ci risponde diffusamente nel suo intervento, apportando giustificazioni che ci hanno, in parte, sinceramente stupiti. Il Lepore afferma candidamente di avere una sorta di legame biografico e affettivo col Longano, prete massone del settecento. Infatti il Lepore spiega alla platea di massoni di Casa Nathan, luogo in cui s’è tenuta la conferenza, che anch’egli fu sacerdote e di aver esercitato il suo ministero anche oltre Tevere, essendo lui stato latinista pontificio; secondo la testimonianza di Paolo Rodari [vaticanista per “La Repubblica”, anch’egli intervenuto alla conferenza in questione] il Cardinal Farina gli avrebbe confidato che il Lepore fu “il più grande latinista della curia romana”. Il legame che congiunge il Longano massone al Lepore latinista risiede proprio nel sacerdozio, a detta del Lepore che nel suo intervento spiega lungamente la questione: il Longano pervenne al sacerdozio privo di motivazioni vocazionali e i testi che pubblicò lo portarono a ricevere pesanti accuse di irreligiosità perché autore di scritti ereticali e violentemente anticlericali; mentre il Lepore, giunto al sacerdozio grazie a profonde motivazioni vocazionali decise poi, nel 2007, dopo 14 anni di sacerdozio, di abbandonare il suo ministero, giustificandosi con la seguente affermazione, cito testualmente: “ho ritenuto che vivere secondo coscienza sia sempre preferibile piuttosto che vivere secondo un impegno quando non lo si può in pratica rispettare, perché bisogna in primo luogo essere rispettosi verso se stessi e verso gli altri”. C’è quindi più di un legame biografico che lega i due. Se mi posso permettere vorrei far notare qualcosa che li divide profondamente: l’opera “Purgatorio ragionato” del prete massone Longano venne fatta letteralmente sparire in quanto ereticale e violentemente anticlericale, invece lo studio del Lepore sull’opera del Longano è stato addirittura pubblicato sulla Miscellanea della Biblioteca Apostolica Vaticana. E’ lo stesso Lepore a stupirsi di tale scandalosa pubblicazione, infatti afferma: “Dopo sette anni la grande soddisfazione di veder pubblicata quest’opera, io non ci speravo, ritenevo in pratica che figurando ormai come un ex prete, visto che comunque si trattava di un’opera dal carattere esplosivo non avrei mai pensato che il luogo presso cui avevo lavorato pubblicasse l’intera edizione, invece quando ho sottoposto lo scorso anno il lavoro al vaglio della commissione il vice prefetto Antonio Piazzoni mi disse che la commissione aveva dato parere altamente favorevole, visto il giudizio scientifico che davano dell’opera la ritenevano degna d’esser pubblicata”. Dopo aver mostrato lo stupore dello stesso Lepore per la Vaticana lanciata in pubblicazioni massoniche e anticlericali giungiamo alla citazione dell’articolo di Radio Spada. Il Lepore dice testualmente: “con buona pace di chi, appartenente alle frange più reazionarie ed oltranziste del mondo cattolico, nella rassegna stampa c’è un articolo apparso on line su Radio Spada, tra l’altro mesi prima che uscisse la pubblicazione, quindi quasi come Longano ho avuto lo stesso privilegio di essere attaccato prima ancora che l’opera fosse pubblicata, Longano fu attaccato da una mente eccelsa come Zaccaria io invece da un oscuro giornalista che fra le altre cose ha voluto puntare il dito verso quelli che sono i miei interessi attuali, svolgo attività giornalistica e mi occupo di diritti [LGTB] e fra l’altro per essermi occupato della marcia su Roma di un prete massone, don Pasqal Vesin che è stato sospeso dal vescovo lo scorso agosto, perciò sono stato quasi accomunato, chissà come, hanno pensato, che io stesso fossi iscritto alla massoneria, ma non lo sono, ne ho un grande rispetto ma non lo sono; quindi questo per capire come molte volte ancora in certe frange ecclesiastiche esista questa mentalità quanto mai stupida, limitata, nel vedere ancora la massoneria come il nemico capitale e come la fonte di ogni male, sono invece del parere che sia giunto il momento, anche forse per merito dell’attuale pontefice, che s’instauri anche con la massoneria un dialogo e un raffronto sereno, magari un cammino comune per il raggiungimento di quei valori sociali di cui Longano si fece a suo tempo promotore”. Tali affermazioni hanno semplicemente dell’incredibile se non dell’assurdo. In primis il Gran Maestro Bisi avrebbe dovuto spiegare al Lepore che i cattolici non esistono, che non meritano né citazioni né menzioni alcune, men che meno quei retrogradi e illiberali fedelmente schierati nella trincea antimassonica, guai a rammentare che esiste ancora chi, per mezzo di documentate argomentazioni, denunzia la setta iniqua dei massoni. Il Lepore, ex sacerdote, impegnato attivista LGTB, ermeneuta e cantore di storie di preti massoni, dal palco di un tempio massonico, a meno di un metro da Stefano Bisi Gran Maestro e giornalista, mi definisce “oscuro giornalista”, che poi mica è vero, sono un misero sociologo dotato di misere capacità. A quel tavolo di “veri” e oscuri giornalisti ce n’erano seduti parecchi, a partire da Stefano Bisi, Gran Maestro del GOI e capo redattore del Corriere di Siena. Inoltre, se io faccio parte delle “frange più reazionarie e tradizionaliste dell’ambiente cattolico”, il che lo considero onorevole complimento, il Lepore era seduto tra le frange più progressiste ed anticristiane dell’intero panorama italico, prestandosi volontariamente e con entusiasmo al loro plurisecolare gioco di demolizione della Chiesa Cattolica Romana. Basti considerare l’opinione del Lepore in merito all’auspicato cammino comune tra Chiesa e massoneria, si provi a confrontare tali deliri con ciò affermato in passato, a più riprese, dal Gran Maestro Bisi, o dall’ex Gran Maestro Raffi, oppure paragonare le affermazioni del Lepore con le conclusioni dei testi filomassonici di padre Rosalino Esposito. Il Lepore non sarà massone, ma la pensa e la dice esattamente come loro stando seduto in mezzo a loro. Il Lepore sottolinea l’analogia fra la censura preventiva dell’opera del Longano e il polemico articolo di Radio Spada pubblicato prima dell’uscita dell’opera della Vaticana. Ebbene, nell’articolo sottolineai principalemnte che risultava ai limiti dell’assurdo che l’annuncio di una pubblicazione Vaticana fosse dato in anteprima e in esclusiva dal sito web ufficiale della più grande obbedienza massonica italiana, evidenziando come alle fatiche del Lepore nella stesura della sua opera gli giunse in soccorso la Biblioteca del Grande Oriente d’Italia, fornendogli piè di lista e documentazione varia. Il Lepore prosegue affermando che egli non è iscritto alla massoneria pur riservandole grande rispetto, io gli rispondo che non esiste servizio più grande alla rivoluzione massonica che quello di ex sacerdoti che si prestano all’apologetica di eretici, anticlericali e preti massoni. Poco importa a chi qui scrive se il Lepore è massone o meno, ciò che importa è che colui che venne definito dal Cardinal Farina “il miglior latinista della curia romana” sieda oggi al fianco di massoni e gran maestri auspicando che Santa Romana Chiesa e la setta massonica percorrano cammini comuni per l’affermazione di quei valori sociali che l’eretico Longano proclamò nel Purgatorio Ragionato.
Lasciamo le sorprendenti dichiarazione del giovane Lepore, sicuri che lo incontreremo nuovamente sul nostro cammino, per passare a commentare brevemente quanto affermato dal Gran Maestro Stefano Bisi. Diversi sono gli articoli pubblicati da Radio Spada a commento delle sparate bisiane, nemmeno oggi mancheremo di sottolineare l’assurdità delle tesi sostenute sfacciatamente dal Gran Maestro. Una su tutte: la conciliabilità tra filosofia massonica e dottrina Cattolica. Per cominciare non possiamo che consigliare al Bisi et sodali la lettura del nuovo testo pubblicato dal Centro Librario Sodalitium, “Un saggio sulla massoneria americana” di Arthur Preuss, il quale, per l’ennesima volta nel panorama intellettuale cattolico, certifica con modo certosino la totale e oggettiva incompatibilità tra esoterismo massonico e Dottrina Perenne di Santa Romana Chiesa.
Tornando al Bisi egli afferma che gli eventi di Porta Pia e in generale la forte contrapposizione ottocentesca tra massoneria e Chiesa Romana è questione ampiamente superata, oggi i muri da abbattere non sono quelli di Porta Pia ma i muri dell’intolleranza e del fanatismo cattolico. Cito testualmente il Bisi “quindi bisogna che chi sta dall’altra parte del Tevere capisca che il tempo delle guerre è finito…[…]…in parte è un problema tutto italiano perché negli altri paesi il cattolico di giorno va in Chiesa e la sera va in loggia senza destare nessuno scandalo”. Il cattolico che va in loggia è scomunicato ipso facto, chiarito questo è evidente che il Bisi risfoderi la consueta retorica dell’apertura e della pacificazione. Retorica che si nega in se stessa considerando, come misero ma calzante esempio, un Lepore che riesce a far pubblicare uno studio apologetico su di un’opera eretica ed anticlericale dalla Biblioteca Vaticana, per poi gongolare a conferenza con eminenze massoniche nostrane. Non va dimenticato che il Bisi auspicò un Concilio Vaticano III in cui venisse affrontata la questione massonica e che come frutto producesse l’abolizione della scomunica ai massoni in modo definitivo e chiaro. Non va dimenticato che il Bisi si domandò pubblicamente, dal palco di una conferenza massonica sul Concilio Vaticano II, cosa pensasse il Bergoglio, in cuor suo, dei massoni.
Non va per nessun motivo dimenticato che il Bisi è il “pontefice” della più importante e numerosa obbedienza massonica italiana, la maggiormente colpevole del complotto anticristiano storiograficamente inteso, l’incarnazione della contro-Chiesa; (pontefice è il termine con cui s’è autodefinito il Bisi durante la sopra citata conferenza). Invece va ripetutamente rammentato che i Pontefici Veri, quelli Eroi, Vicari di Cristo Nostro Signore, hanno prodotto un magistero antimassonico sterminato, decine le encicliche di denunzia contro le sette anticristiane e come di consueto, a chiusura d’articolo, riportiamo una minuscola e infinitesimale parte di questo magistero quanto mai inestimabile e prezioso:
“Imperocché da fatti giuridicamente accertati, da formali processi, da statuti, riti, giornali massonici pubblicati per le stampe, oltre alle non rare deposizioni dei complici stessi, essendosi venuto a chiaramente conoscere lo scopo e la natura della setta massonica, quest’Apostolica Sede alzò la voce, e denunziò al mondo, la setta dei Massoni, sorta contro ogni diritto umano e divino, essere non men funesta al Cristianesimo che allo Stato, e fece divieto di darvi il nome sotto le maggiori pene, onde la Chiesa suol punire i colpevoli. Di che irritati i settari e credendo di poter, parte col disprezzo, parte con calunniose menzogne sfuggire o scemare la forza di tali sentenze, accusarono d’ingiustizia o di esagerazione i Papi, che le avevano pronunziate.”
[HUMANUM GENUS , LETTERA ENCICLICA, Papa Leone XIII, 20 Aprile 1884, testo completo]
“Perciò, ordiniamo ad ogni singolo ed a tutti i fedeli cristiani – quale che sia il loro stato, il loro grado, la loro origine, il loro ordine, nobiltà, preminenza, siano essi laici o religiosi, appartengano essi ad un ordine laico o religioso, più o meno autorevole – ed in virtù della Santa Obbedienza, che nessuno, sotto qualsiasi causa o pretesto, abbia l’ audacia o la libertà di iscriversi nella detta società di Massoni – o соmе altro possa chiamarsi – oppure diffonderla, appoggiarla, favorirla, accoglierla o nasconderla nei suoi edifici o abitazioni o altrove, farsi iscrivere o associare oppure assistere ad una riunione, procurare né occasione né comodità per cui essi possano trovarsi in un posto qualsiasi, fornire loro una mano servile o consigli, aiuti o favori, in pubblico o in privato, direttamente o indirettamente, di per sé o attraverso un qualsiasi altro mezzo; ed egualmente ordino che nessuno inciti altri, li istighi, li inviti, li persuada ad iscriversi a simili associazioni, ad aggiungersi loro, a tollerarle o ad assistervi, ad aiutarle in qualsiasi modo o a proteggerle, ma ordino loro di astenersi assolutamente da tali compagnie, assemblee, riunioni segrete o dai loro nascondigli, sotto pena di scomunica per tutti i suddetti trasgressori, che vi incorrono ipso facto, senza altra spiegazione, e da questa scomunica nessuno potrà ricevere la grazia dеll’assoluzione, se non da noi o dal Romano Pontefice allora regnante, eccetto in articulo mortis”.
[In eminenti Apostolatus Specula, Papa Clemente XII, 28 Aprile 1738, testo completo]