Ex ministri e senatori al convegno dei massoni del Rito Scozzese di 33° grado
-di Davide Consonni-
Riportiamo l’annuncio pubblicato dal sito ufficiale del Grande Oriente d’Italia, maggiore obbedienza massonica italiana, in merito ad un convegno che si terrà a Roma il 24 gennaio:
Italia-Europa tra fiscal compact e spending review: è il titolo del convegno organizzato dal Supremo Consiglio del 33° e ultimo grado del Rito Scozzese Antico e Accettato per la giurisdizione massonica italiana. L’evento si terrà il 24 gennaio a Roma all’Hotel The Westin Excelsior (Via Vittorio Veneto, 125). Introdurrà il prof. Corrado Balacco Gabrieli.
Interverranno il Sovrano Gran Commendatore dello RSAA Luigi Milazzi e il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi. Il prof. Giulio Sapelli (Università degli studi di Milano) terrà una relazione su “L’Europa nella decadenza dell’ordine mondiale”. “Verso quale Europa?” è l’interrogativo al centro dell’intervento dell’on. Antonio Martino.
“La nuova idea di Stato tra liberismo e neoprogrammazione” è il tema che verrà affrontato dall’on. Giuseppe Caldarola, mentre del “Costo della non-Europa” parlerà il sen. Mario Mauro. Il prof. Nicola Rossi (Università di Tor Vergata) terrà una relazione dal titolo “Entrare nell’Euro. Sul serio”. Seguirà il dibattito. Concluderà il prof. Balacco Gabrieli.>>
[FONTE 1: grandeoriente.it]
[FONTE 2: ritoscozzese.it]
1) Il convegno tratterà diversi aspetti e temi inerenti alla gestione critica del mondialismo tecno finanziario oggi imperante e devastante.
2) Al convegno interverranno, nelle vesti di organizzatori, le due eminenze massoniche gerarchicamente più importanti dell’intero panorama italico: a) Luigi Milazzi ovvero il Sovrano Gran Commendatore dello RSAA e b) il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi. Sorvoliamo sui capi setta dal momento che in merito alle loro marachelle i tipi di Radio Spada hanno, per ora, pubblicato a sufficienza.
3) Al convegno interverranno 3 professori cattedratici di prestigiosi atenei italici. E’ bene evitare turpiloqui e giudizi temerari, ma occorre ricordare che uno di loro, oltre ad aver lavorato per De Benedetti all’Olivetti, fu niente di meno che Presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Tale merito può forse spiegare, a noi reietti della storiografia antimassonica, l’intesa fraterna che tale eminente professore/banchiere dimostra di avere con l’obbedienza massonica del Grande Oriente d’Italia. Patuelli e Mussari, colonne di MPS, sono entrambi affiliati alla setta del Grande Oriente d’Italia, giusto per fare due nomi a caso.
4) Al convegno interverranno ben 2 ex ministri e un onorevole. Gli ex ministri, oggi senatori, sono Antonio Martino e Mario Mauro; l’onorevole è Giuseppe Caldarola. Il turpiloquio sarebbe d’obbligo ma ci tratteniamo per manifesta carità, invece non ci tratteniamo dal sottolineare alcune note biografiche di tali politicanti che si siederanno al tavolo dei massoni del 33° grado.
a) Antonio Martino: ex ministro degli esteri e della difesa; ex partito liberale poi finito tra i fondatori di Forza Italia; figlio di Gaetano Martino, europeista della prima ora; l’Antonio chiese l’affiliazione alla P2 il 6 luglio 1980; sostenne nel 2003 che l’Iraq aveva acquistato uranio dal Niger; è segretario del comitato scientifico della Fondazione Italia USA; è membro del think tank ultra liberista Istituto Bruno Leoni di Torino.
b) Mario Mauro: ex ministro della difesa del governo Letta; ex Forza Italia, ex Popolo delle Libertà, ex Scelta Civica, ex Popolari per L’italia, ora, se non mi è sfuggito nulla, pare militi nel gruppo parlamentare Per l’Italia; è membro di Comunione e Liberazione ed è uno spassionato sostenitore di Bergoglio; …sorvoliamo.
c) Giuseppe Caldarola: deputato dei Democratici di Sinistra dal 2001; ex Partito Democratico; ex membro del Comitato parlamentare di controllo sui Servizi segreti; ex presidente dell’Associazione parlamentare di amicizia con Israele; ex redattore di Laterza; ex segretario del PCI; ex vice-direttore di Rinascita; ex direttore dell’Unità.
Concludere articoli simili è spesso imbarazzante. Che si deve dire o aggiungere? E’ già tutto lì, nero su bianco. Dalle tenebre dell’abisso settario e cospirativo settecentesco e ottocentesco si è oggi giunti alla luce del sole del terzo millennio, i framassoni sono usciti dalla tana da decenni, l’empireo terreno dei maledetti un tempo viveva nella clandestinità adatta alle conventicole dei nemici di Gesù Cristo Nostro Signore, oggi è prima di tutto l’orgoglio del mostrarsi più attivi che mai che li muove allo scoperto, che li riunisce a convegno travestiti da pecorelle. Oggi come ieri la Loggia attenta alla vita dell’Altare Cattolico, il massone corrompe il sacerdote e i suoi fedeli, la filosofia massonica è oggi legge che domina il pensiero comune professato come nova religio. Mons. Henri Delassus nel 1905 scriveva: “Noi non siamo in Repubblica ma in Framassoneria; la Framassoneria è la Repubblica chiusa; la Repubblica è la Framassoneria aperta”.
Bando alle ciance, concludo definitivamente, ad perpetuam rei memoriam, citando l’Humanum Genus di Papa Eroe Leone XIII:
“Imperocché da fatti giuridicamente accertati, da formali processi, da statuti, riti, giornali massonici pubblicati per le stampe, oltre alle non rare deposizioni dei complici stessi, essendosi venuto a chiaramente conoscere lo scopo e la natura della setta massonica, quest’Apostolica Sede alzò la voce, e denunziò al mondo, la setta dei Massoni, sorta contro ogni diritto umano e divino, essere non men funesta al Cristianesimo che allo Stato, e fece divieto di darvi il nome sotto le maggiori pene, onde la Chiesa suol punire i colpevoli. Di che irritati i settari e credendo di poter, parte col disprezzo, parte con calunniose menzogne sfuggire o scemare la forza di tali sentenze, accusarono d’ingiustizia o di esagerazione i Papi, che le avevano pronunziate.
In questo modo cercarono di eludere la autorità ed il peso delle Costituzioni Apostoliche di Clemente XII, di Benedetto XIV, e similmente di Pio VII, e di Pio IX. Nondimeno tra i Frammassoni medesimi ve ne ebbe alcuni i quali riconobbero loro malgrado, che quelle sentenze dei Romani Pontefici, ragguagliate alla dottrina e alla disciplina cattolica, erano altamente giuste. E ai Pontefici si unirono non pochi Principi ed uomini di Stato, i quali ebbero cura o di denunziare all’Apostolica Sede le Società Massoniche, o di proscriverle essi stessi con leggi speciali nei loro domini, come fu fatto nell’Olanda, nell’Austria, nella Svizzera, nella Spagna, nella Baviera, nella Savoia ed in altre parti d’Italia.
Ma la saggezza dei Nostri Predecessori ebbe, ciò che più conta, piena giustificazione dagli avvenimenti. Imperocché le provvide e paterne loro cure, o fosse l’astuzia e l’ipocrisia dei settari, ovvero la sconsigliata leggerezza di chi pure aveva ogni interesse di tener gli occhi aperti, non avendo né sempre né per tutto sortito l’esito desiderato, nel giro d’un secolo e mezzo la società Massonica si propagò con incredibile celerità; e traforandosi per via di audacia e d’inganni in tutti gli ordini civili, incominciò ad essere potente in modo da parer quasi padrona degli Stati”.