Carriera massonica di Giuseppe Garibaldi [DOCUMENTI, FOTO]
di Davide Consonni-
Iniziamo dal finale di questa triste questione. Nel 1864 un gruppo di massoni italo-americani fonda la Garibaldi Lodge #542 Or.New York, all’Obbedienza della Grand Lodge of the State of New York, essendo ancora vivo e attivo il Generale Gran Maestro Garibaldi. Il 22 ottobre 1882, la Loggia si riunisce alla Irving Hall per commemorare l’Eroe dei Due Mondi, passato all’Oriente Eterno (deceduto) il 2 giugno dello stesso anno. Il giorno seguente, il New York Times dedica all’avvenimento un articolo dal titolo “Garibaldi’s Masonic Brethren, direttamente dal sito web della Garibaldi Lodge.[1].
[Fonte-immagine: http://garibaldilodge.com/newstand/articles/2008/brethren%20mourn%20loss%20Gen%20Garibaldi%201852.pdf]
1 Garibaldi Generale dell’anticlericalismo
“Se per Risorgimento s’intende il movimento culturale che ha accompagnato l’Unità, cioè il processo di unificazione politica della penisola italiana, con l’intenzione esplicita di «modernizzare il paese», ossia «[…] di disfare il tradizionale ethos italiano radicato nel cattolicesimo per costruire un ethos nuovo, progettato a tavolino, modellato sulle presunte caratteristiche delle più avanzate nazioni protestanti europee», non posso celebrare Giuseppe Garibaldi, autorevole esponente del «partito anti-italiano» risorgimentale. Il programma «nazionale» — che Garibaldi indossa in pieno, favorendone apertamente l’ideologismo più radicale —, ispirato alla duplice intenzione di unificare l’Italia e di procedere al «rinnovamento morale e civile» degli italiani, ha rappresentato un tentativo insidioso di «rieducazione» popolare, volto a demolire la cultura dell’antica nazione italiana. «In termini polemici si potrebbe dire che Garibaldi fu tra quelli che “fecero l’Italia per ‘disfare’ gl’italiani”»”[2]. Garibaldi riteneva, infatti, che la lacerazione fra «paese legale» e «paese reale», evidente fin dai primi giorni di vita del nuovo Stato unitario, fosse la conseguenza del radicamento della cultura religiosa presso la stragrande maggioranza della popolazione. Mentre altri operavano a livello della minoranza colta, Garibaldi diffonde, in forme più immediate e comunicative, fermenti anticattolici presso i ceti popolari, anche con la distribuzione capillare di opuscoli e di catechismi che attribuivano a lui la vera rappresentanza della «legge di Cristo» contro le imposture del Papa[3]. Il sacerdote è presentato come «[…] la più nociva di tutte le creature, perché egli più di nessun altro è un ostacolo al progresso umano, alla fratellanza degli uomini e dei popoli»[4] e Papa Pio IX (1846-1878) viene definito «un metro cubo di letame»[5]. Nelle sue invettive anticlericali trabocca spesso dal terreno politico a quello della dogmatica cattolica: per esempio definisce l’Eucaristia come il «[…] modo d’inghiottire il reggitore dei mondi, e depositarlo poi, in un Closet qualunque. Sacrilegio, che prova l’imbecillità degli uomini», oppure intervenendo sull’infallibilità del Papa, «[…] un povero vecchio che conformandosi alle leggi inesorabili della natura tra poco pagherà come noi tutti ad essa il suo tributo e sarà ben difficile distinguere il nauseante suo teschio da quello di qualunque mendico». Garibaldi manifesta il suo furore anticattolico pure attraverso la stesura di romanzi ingiuriosi e denigratori nei confronti del clero e del Pontefice: «Gli ultimi anni di vita — scrive lo storico gesuita Pietro Pirri (1881-1969) — sono anche i più miserevoli sotto l’aspetto morale. G. [aribaldi] non trovò di meglio che sfogare i suoi crucci con libri in prosa e in versi, per lo più insulsi, riboccanti di volgari ingiurie e di denigrazioni contro il clero e il Papa, e di roboanti declamazioni contro una società che aveva il torto di non pigliare sul serio i sogni della sua mente ottenebrata da vieto anticlericalismo e da grette idealità massoniche»[6]
2 Garibaldi Gran Maestro della Massoneria Italiana
Fu a Montevideo che Garibaldi nel 1844 indossò il primo “grembiulino” ed “ebbe la luce” massonica iniziatica. Aveva trentasette anni, e la loggia era L’Asil de la Vertud, una loggia irregolare, emanazione della massoneria brasiliana, non riconosciuta dalle principali obbedienze massoniche internazionali, quali erano la Gran Loggia d’Inghilterra e il Grande Oriente di Francia. Sempre nel corso del 1844 regolarizzò la sua posizione(4° grado) presso la loggia Les Amis de la Patrie di Montevideo posta all’obbedienza del grande Oriente di Parigi. La sua affiliazione comparve successivamente anche nella loggia Tomp Kins, a Stapleton nello stato di New York, (Dove ancora oggi sorge una loggia/officina che porta il suo nome)[7]. La carriera massonica di Garibaldi ebbe un salto di qualita quando il Gran Oriente di Palermo gli conferì (Tra i sei commissari inviati dal Gran Oriente c’era anche il 33° Francesco Crispi) a Torino tutti i gradi del Rito Scozzese (dal 4° al 33°) il 17 marzo 1862, seguita dall’elezione a Gran Maestro dell’Ordine d’Oriente e del Rito Scozzese Antico ed Accettato del 21 maggio 1864 e nella suprema carica di Gran Hierofante del Rito Egiziano di Memphis-Misraim nel 1881[8]. Molte di queste informazione le dobbiamo a Aldo A. Mola direttore del ”Centro studi per la storia della Massoneria” che ha sede presso il Gran Oriente d’Italia a Roma. Aldo Mola nel suo libro ”Liberazione d’Italia nell’opera della Massoneria” (oltre alla quantità incredibile di documenti, tra cui i buoni di stato britannici che hanno finanziato Mazzini & Company) ripete più volte: “La spedizione dei mille dall’inizio alla fine sotto tutela britannica: o, se si preferisce, dalla Massoneria Inglese”.
Il Mola precisa che Garibaldi: ”andò in visita ufficiale”..(In Gran Bretagna)..”[ove ottenne] accoglienze trionfali, mai riservate ad alcun riservato cittadino”. (Informazioni tratte da “Storia della massoneria Italiana”, Aldo A. Mola). “E in Inghilterra, soprattutto tra gli ultimi anni ’50 e gli ultimi anni ’60, vi sono in ogni caso attivi contatti con la menzionata loggia irregolare dei “Philadelpes”, nucleo originario di quella che poi diventerà la “Prima Internazionale”, analiticamente documentati, ad esempio, da B. Nikolaevsky[9]. Non mancano, attraverso le personalità liberali che appoggiano in Inghilterra l’azione mazziniana, contatti con la massoneria regolare: la prima riunione dei “Friends of Italy” si tiene a Londra nella località storica detta “Freemasons’ Tavern”[10] . Il sito web del Grande Oriente d’Italia propone un’ampia argomentazione a favore della tesi sopra esposta[11]. Proseguo con due citazione di Garibaldi speranzoso che una sana coscienza storica risorga dalla istituzionalizzata menzogna che domina sulla storiografia relativa al risorgimento: “Se nascesse una società del demonio che combattesse despoti e preti mi arruolerei nelle sue fila”, “Farei L’italia anche col Diavolo!”. Qui di seguito riporto la fonte ad un documento d’eccezionale valore storico proveniente dall’archivio del Grande oriente d’Italia, massima obbedienza massonica italiana. Si tratta del diploma rilasciato a Garibaldi dal Supremo Consiglio del Grande Oriente d’Italia sedente in Palermo a firma del Sovrano Gran Commendatore Giuseppe Garibaldi (Palermo, 20 luglio 1867)[12].
Qui di seguito invece riporto il decreto di nomina e di accettazione di Giuseppe Garibaldi a Gran maestro della Massoneria Italiana:
[Fonte della nomina e dell’accettazione: Bollettino del Gran Oriente d’Italia, Volume I, Torino, 1864, p, 22-23]
Garibaldi nomina Antonio Mordini come suo rappresentante nel Gran Consiglio della Massoneria Italiana:
Come non scrivere della rapidità con cui il massone Garibaldi ricevette il 33° di Rito Scozzese? Ora questa vicenda verrà qui di seguito accuratamente documentata. In successione riporterò diversi scambi epistolari intercorsi tra il Garibaldi e le diverse Obbedienze massoniche coinvolte nei fatti risorgimentali. Nel marzo del 1862 il Grande Oriente di Rito Scozzese siciliano decise di offrire la carica di Gran Maestro/Sovr. Gran Commendatore a Garibaldi. Sei rappresentanti di quella Obbedienza, tra i quali Francesco Crispi e Saverio Friscia, si recarono a Torino e gli conferirono i gradi da 4 a 33.[13] Qui il testo del documento di conferimento dei gradi massonici a Garibaldi:
“Noi qui sottoscritti SS:. GG:. II:. GG:. del 33° ed Ult.° G:. Francesco Crispi, Giuseppe lnsenga, Saverio Friscia, Rosario Bagnasco e GG:. SS:. EE:. CC:. KK:. de130° gr, Giovanni Brasetti e Salvatore Cappello, tutti sei nelle qualità di Commissari straordinari per mandato del Sup:. Cons:. nel giorno undecimo del primo mese del’anno di V:. L:. 5862 ci siamo presentati al Generale Giuseppe Garibaldi M:. a cui abbiamo conferito tutti i G:. Mas:. dal 4° al 33° gr. presentandogli la nomina di Pres:. del Sup:. Cons:. G:. O:. d’ltalia sedente in Palermo, col titolo di P.mo:. Sov:. Gr:. Com:. Gr:. Mae:. Del presente pezzo di Arch, se ne sono formulate numero sette modelli da rilasciare uno per ognuno’ dei signatari ed uno da rimanere negli Archivi del surriferito S:. C:. G.. O:. d’ltalia sedente in Palermo.Oggi il Diciassettesimo giorno del primo mese dell’anno di V. L. Cinquemila, ottocento sessantadue nella Valle di Torino”[14]
La risposta del Garibaldi fu immediata:
“Torino, 20 marzo 1862 E:. V:.
Ill:. ffr:. Assumo di gran cuore il supremo ufficio di capo della Mass:. It:. costituita se:condo il rito scozz:. rif:. ed accet:. Lo assumo perche mi viene conferito dal libero voto di uomini liberi, a cui devo la mia gratitudine non solamente per l’espressione della loro fiducia in me nello avermi elevato a così altissimo posto, quanto per l’appoggio che essi mi diedero da Marsala al Volturno, nella grande opera dello affrancamento delle province meridionali. Codesta nomina a G:. M:. è la più solenne interpretazione delle tendenze dell’animo mio, de’ miei voti, dello scopo cui ho mirato in tutta la mia vita. Ed io vi dò sicurtà, che mercè vostra e colla cooperazione di tutti i nostri ff:. la bandiera d’ltalia, ch’è quella dell’umanità, sarà il faro da cui partirà per tutto il mondo la luce del vero progresso. Che il G:. A:. dell’U:. spanda le sue benedizioni su tutte le LL:. e che ci guardi sempre con occhio propizio e ci continui le sue grazie il nostro divino protettore S.
Giovanni di Scozia. Abbiatevi il bacio fr.G. Garibaldi”[15]
E così, il nuovo S.G.C. si accingeva a difendere la bandiera del Rito Scozzese e a capeggiar il S.C.G.O. di Palermo, come dimostra la lettera che egli scrisse il 20 giugno 1862 al Fr. Francesco Guerzi, Venerabile della R.L. “Concordia Umanitaria” di Bologna, il quale aveva chiesto un consiglio:
“Rispondente alla vostra domanda contenuta nella vostra lettera del 31 del 3° mese anno 5863 (corrige 5862). Io devo manifestarvi che francamente la mia opinione è di abbracciare il rito scozzese antico ed accettato coi gradi dopo al terzo onde emancipare la Mas. Ital. da quella francese che trovasi capitanata dal Bonaparte e ciò anche perchè questo rito è più universalmente seguito. Io spero dunque che voi (…) unitamente alla vostra loggia seguirete in questo l’esempio dei fr:. M:. di Torino che sonovi riuniti in oltre tre LL:. ed hanno proclamato la loro indipendenza dal G:. o:. di Torino seguendo il rito e dogma Scozzese”[16].
A fine giugno 1862 il Generale lasciò Caprera, per giungere inaspettatamente a Palermo (29 giugno), dove cominciò subito a tenere discorsi infiammati contro Napoleone III di Francia e per la liberazione di Roma, con lo slogan bellicoso: “Roma o Morte”. Il piano “segreto” era di reclutare un esercito siciliano che doveva marciare verso Roma. Nell’ambito della Massoneria palermitana il Gran Maestro decretò che tutti i membri del suo Stato Maggiore, per lo più garibaldini dell’ltalia settentrionale, dovevano essere iniziati immediatamente in Massoneria.
“A:.G:.D:.G:.A:.D:.U:.
Valle di Palermo, 3 luglio 1862 E. V.
Desidero che le persone qui sotto notate vengano iniziate regolarmente ai misteri dell’Or. M. in alcune delle RR.LL. poste sotto a questo Or:. E a tal fine cogli altri poteri a me conferiti gli dispenso dalle solite formalità:
Ripari Pietro di Cremona di anni 60
Bruzzesi Giacinto romano di anni 40
Missori Giuseppe Milano di anni 33
Nullo Francesco -Bergamo 36
Chiassi Giov. -Mantova 35
Basso Giov. -Nizza 38
Guastalla Enrico -Mantova 33
Nuvolari Giuseppe -Mantova 40
Guerzoni Giuseppe -Brescia 29
Bedeschini Francesco -Venezia 28
Forza Pietro -Venezia 28
Frigyesi Gustavo -Ungheria 30
Il G:.M:.G:. C:. dell’Ord:.
G. Garibaldi 33:.”
L’ iniziazione di questi candidati, e di Menotti Garibaldi, ebbe luogo quella stessa sera, semplicemente per mezzo di una triplite battuta di mano. Un resoconto della cerimonia e del discorso del Gran Maestro fu pubblicato ne “L’ Umanitario”, periodico ufficiale del S.C.G.O. Ecco alcune delle sue parole: “Io sono superbo d’appartenere alla Massoneria e ringrazio tutti i buoni ed amati Fratelli di avermi nominato Gran Maestro dell’Ordine. La mia riconoscenza aumenta da che considero che la dignità che mi si è voluta conferire, è al di là delle mie forze e dei miei meriti. Tuttavia vi assicuro che il mio cuore è cuore veramente massonico. Io vi raccomando l’unione e la concordia. Io vi raccomando poi la bella Italia nostra tuttavia calpestata dallo straniero e insozzata da falsi sacerdoti. Pensate che molti dei nostri ffr:. gemono ancora nel più duro e vile servaggio. Io ho fede, che fra non guari l’Italia tutta sarà degli Italiani, e che formeranno unica famiglia dalle Alpi agli estremi della Sicilia, di questa terra delle grandi iniziative. Io sono avanzato in età, ma il resto degli anni lo consacrerò all’Italia; ed io vi dico che noi andremo a Roma a presto”[17].
Evidentemente, la Massoneria era un perno nella campagna per il reclutamento ed il Gran Maestro emanò la seguente circolare “segreta” a tutte le logge siciliane :
“Luglio 1862 E.V.Venerabile Maestro, I momenti attuali sono supremi per la bella Italia nostra, tuttavia calpestata dallo straniero; insozzata dai falsi preti di Roma. È mestieri alla perfine che tutte le membra sparse della povera addolorata sieno riunite, e che sul Campidoglio si vegga sventolare sicuro e glorioso il vessillo nazionale. Tutti gli uomini che hanno il cuore italiano devono con tutti i mezzi concorrere al compimento di questo sublime pensiero. Stupido e scellerato colui che non corre in difesa della propria madre. I nostri cari fratelli devono sapere che la causa dell’Italia è la causa di tutte le nazionalità tuttora conculcate, è la causa dell’Umanità. Quindi i nostri fratelli e come cittadini, e come Massoni, devono cooperarsi a che Roma divenga degli Italiani, e la capitale di grande e possente Nazione. Ed eglino sono in dovere non solo di aiutare in ogni maniera la Patria impresa, ma eziandio di fare persuasi i profani che, senza Roma, i destini d’Italia saranno sempre incerti, e che con Roma finiranno tutti i dolori, e che si avrà liberale e sapiente reggimento. Voi, Venerabile Maestro, farete palesi questi miei sentimenti ai fratelli maestri che accompagnano cotesta Loggia, affinche all’occasione si trovino pronti ad accorrere sotto quella bandiera per la quale fu sparso tanto sangue italiano. Questa occasione non sarà certamente lontana, epperò è mestieri che sin d’ora diasi opera a che tutti i buoni si preparino per trovarsi pronti all’appello che loro farà la Patria. Non dunque voi soli, ma chiunque ha cuore Italiano dovrà tenersi munito di armi e pronto il braccio alla grande impresa; a voi tocca però precipuo il debito di predicare l’adempimento di quest’obbligo sacro, con la voce e con l’esempio. E poiche il segreto è l’anima di tutte le importanti fazioni, così voi, venerabile Maestro, comunicherete la presente in famiglia e senza visitatori, raccomandando ai fratelli il silenzio per il mantenimento del quale hanno replicatamente giurato.
Salute e fratellanza.
(Sigillo)
IL P:.S:.G:.C:.G:.M:.G. Garibaldi 33:.”[18]
La spedizione militare cominciò malamente e l’esercito si arenò nelle montagne dell’ Aspromonte calabrese. Dopo una breve prigionia sotto i Piemontesi, Garibaldi si ritirò di nuovo a Caprera. Nel corso dell’anno 1863, il S.C.G.O. palermitano cominciò a preoccuparsi seriamente della crescente attività. del rivale G.O.I. nell’Italia settentrionale, il quale fece proposte per unire tutta la Massoneria italiana, per mezzo di 4 sezioni territoriali. Il S.C.G.O., che non aveva alcuna intenzione di perdere la sua preminenza, mandò il suo Gran Segretario Giuseppe Colosi a Caprera, dove il Gran Maestro stilò il seguente Decreto:
“Caprera 31 agosto 1863
A tutte le LL., a tutti i Capitoli, Areopaghi, e Concistori, a tutti i ffr. Mass.Italiani di rito Scoz. ant. ed acc. S:. F:. U:.
Si estenda in Italia con tutta l’energia possibile la mass:. di rito Scoz. ant. ed acc.
Si continui, come si è fatto fino ad oggi, l’ubbidienza al S:. C:. G.. O:. d’Italia residente in Palermo, finchè non si potrà lavorare nel Campidoglio. Il progetto di più centri indipendenti l’uno dall’altro, potrà realizzarsi tutte le volte che i medesimi sieno sotto l’ubbidienza del S:. C:. G.. O:. d’Italia residente in Palermo, come apice della piramide per l’unità Mass:.
Si dà a tutti i ffr:. il triplice bacio.
Il G:. M:. G:. C:. dell’Ord:. Scoz:. ant:. ed acc:. in Italia
G:. Garibaldi 33:.”
Inoltre, per mettere fine a qualsiasi polemica ed erronea interpretazione da parte dei “dissidenti” torinesi, il 3 novembre 1863 Garibaldi confermò la sua precedente dichiarazione in favore del S.C.G.O. in questo modo.
“Caprera 3 novembre 1863.
Al S:. C:. G.. O:. d’Italia del rito Scoz:. ant:. ed acc:. sedente in Palermo.
Ad esplicazione delle mie tavole antecedenti dichiaro:
1° Non potersi mai porre in dubbio o in discussione l’autorità di cotesto S:. C:. di Palermo, ne tampoco la inamovibilità della sua sede.
2° Desiderare l’affratellamento di tutta la mass:. Italiana e la convocazione di un’ Assemblea mass:. allo scopo, ma non Costituente, cioè tale che possa sconvolgere i principi del nostro rito accettati, ma soltanto legislativa, o tale che possa redigere programmi e statuti per la federazione di tutte le LL:. Italiane sotto il primato inconcusso del S:. C:. G.. O:. di Palermo.
Questo valga ogni falsa interpretazione delle precedenti mie tavole e a tranquillità di cotesto S:. C:.
Il G:. M:.G:. Garibaldi 33:.”
In aprile 1864 Garibaldi fece la sua trionfale visita a Londra, dove ebbe molti incontri sociali con persone di tutti i ceti e non per ultimi con gli esuli Mazzini e Herzen. Massonicamente esistevano rapporti tra l’Inghilterra e l’Italia e sembra che Garibaldi abbia avuto un informale incontro con il Gran Maestro, il Conte di Zetland. Era prevista una visita ufficiale nella Loggia Massonica “St. Clair”, la quale aveva fatto coniare 2 medaglie per l’occasione, una da presentare a Garibaldi ed una da portare dal proprio Maestro Venerabile in occasioni speciali. La medaglia di Garibaldi fu portata a Roma più di 100 anni dopo, e nel 1986, quando il Gran Maestro del GOI visitò la Loggia “St. Clair”, si presentò la prima occasione in cui le due medaglie furono portate contemporaneamente in Loggia. Dopo il suo ritorno in patria Garibaldi si mise immediatamente in contatto con il S.C.G.O., ribadendo la necessità di una Massoneria nazionale e non soltanto regionale. Fu prospettata anche l’entrata di donne ed, infatti, esistono vari diplomi, firmati dal Gran Maestro, dimostranti che furono effettivamente create delle “sorelle massoni”. Il 21 maggio 1864, a Firenze fu tenuta l’ Assemblea Costituente del G.O.d’Italia, sedente a Torino. Presenti erano 72 officine da tutte le parti d’Italia (contro le circa 50 officine che in quell’epoca erano all’obbedienza di Palermo). L’ Assemblea decise all’unanimità di offrire la Gran Maestranza effettiva a Giuseppe Garibaldi con la seguente comunicazione. Ed ecco il colpo di scena: Garibaldi… accettò, con una breve lettera del 6 giugno 1864, nominando, con decreto dell’8 giugno, il Fr. Mordini quale suo rappresentante. Non è facile capire quel brusco cambio di rotta, ma la ragione è probabilmente che per quell’idealista istintivo esistevano soltanto i principi di “concordia” e unificazione”, ed egli avrà capito che in quel senso il G.O. d’ltalia di Torino offriva migliori possibilità. Inoltre, egli sembrava aver pensato che poteva benissimo combinare la carica di S.G.C. e G.M. del S.C.G.O. siciliano, con quella di G.M. di Torino, come dimostrerebbe la sua lettera, semplicemente informativa, della stessa data, a Palermo. Si può immaginare che in seno al S.C.G.O. rengasse la più completa costernazione ma, deciso a difendere i suoi “diritti”, verso la fine di giugno, esso mandò il Fr. Colosi a Casamicciola, nel napoletano, per ottenere dal G.M. dei “chiarimenti”, i quali il Generale fornì con la seguente comunicazlone[19]:
“Casamicciola 3 luglio 1864, Al Sup:. Cons:. di Palermo
Ad esplicazione delle mie precedenti tav:. del 15 maggio e 6 giugno 1864, dichiaro, che la mia accettazione a G:. M:. della Mass:. di rito Ital:., offertami dall’assemblea di Firenze, non ha per nulla derogata la mia qualità di G:. M:. a vita della Mass:. di rito Scoz:. ant:. ed acc:. rappresentata dal Sup:. Cons:. residente provvisoriamente in Palermo. Nello intento, di riunire come più si potrà le differenti frazioni della famiglia Mass;. sparsa in Italia, desidero, che sia al più presto possibile riunita una grande assemblea Mass:., nella quale convengano i rappresentanti liberamente eletti da tutte le loggie esistenti in Italia, regolarmente costituite. Il giorno ed il luogo della riunione saranno quanto prima destinati da una mia seguente disposizione. Salute e fr:.Vostro G:. M:.G:. Garibaldi 33:.”[20]
3 Influenza postmortem del mito del massone Garibaldi
Passiamo ora a documentare parte dell’effetto che il gran maestro Garibaldi ebbe sui massoni che ereditarono il valore simbolico e reale delle sue massoniche gesta. Riporto la notizia di una manifestazione massonica di cordoglio apparsa sui muri di Teramo per il 2° anniversario della morte del massone Garibaldi. Siamo nel 1884. Arriva il 2 giugno, è un lunedì. E’ il secondo anniversario della morte di Giuseppe Garibaldi, gran Maestro della Massoneria Italiana.
La ricorrenza non lascia indifferenti i massoni teramani e all’alba si vede affisso sui muri della città un manifesto che ricorda ai cittadini chi “ha spezzato le catene” e li invita a bruciare, come fece Lutero, l’enciclica con cui il Vaticano ha maledetto la massoneria. Colui il quale dichiarò: “Per pessimo che sia il Governo italiano, ove non si presenti l’opportunità di facilmente rovesciarlo, credo meglio attenersi al gran concetto: “Fare l’Italia anche col diavolo”. Il manifesto è firmato “i massoni della Valle del Gran Sasso” ed è molto significativo. L’enciclica a cui si riferiva il manifesto era la “Humanum Genus” ed era stata promulgata da Papa Leone XIII il 20 aprile di quello stesso anno. Essa partiva dal presupposto che la fine del XIX secolo era un’era pericolosa per i cattolici e condannava la massoneria, così come una serie di ideologie, credenze e pratiche di fatto eretiche connesse con la massoneria e con altre consorterie come la carboneria. Con l’enciclica, Leone XIII aveva condannato il relativismo morale e filosofico della massoneria e le sette ostili alla Chiesa, cito un passaggio della Humanum Genus: “Imperocché da fatti giuridicamente accertati, da formali processi, da statuti, riti, giornali massonici pubblicati per le stampe, oltre alle non rare deposizioni dei complici stessi, essendosi venuto a chiaramente conoscere lo scopo e la natura della setta massonica, quest’Apostolica Sede alzò la voce, e denunziò al mondo, la setta dei Massoni, sorta contro ogni diritto umano e divino, essere non men funesta al Cristianesimo che allo Stato, e fece divieto di darvi il nome sotto le maggiori pene, onde la Chiesa suol punire i colpevoli. Di che irritati i settari e credendo di poter, parte col disprezzo, parte con calunniose menzogne sfuggire o scemare la forza di tali sentenze, accusarono d’ingiustizia o di esagerazione i Papi, che le avevano pronunziate”[21]. Con il manifesto, i massoni della Valle del Gran Sasso uscivano allo scoperto e prendevano nettamente posizione contro la Chiesa e contro il Clero. Il giornale teramano “Corriere Abruzzese”, che personaggi influenti della massoneria teramana gestivano o indirizzavano, nel suo numero di mercoledì 4 giugno 1884 riportava la notizia dell’affissione del manifesto massonico nella sua rubrica più seguita. E anche questo era molto significativo. Era ancora lontano il momento in cui la Chiesa e la Massoneria avrebbero intrecciato le loro vicende e avrebbero stabilito “larghe intese”, ignorando secoli di sacre condanne del magistero alla perniciosa consorteria massonica, lesiva tanto alle anime, quanto ai corpi, tanto alla Chiesa quanto allo stato.
Cambiamo epoca ma manteniamo l’argomento. Vediamo come la massoneria italiana in tempi più recenti ha celebrato e ricordato Fr:. Ven:. Massone Garibaldi. Sentite cosa pubblica il Corriere della Sera il 23/settembre/1995: “DUEMILA MASSONI IN CORTEO CON L’ADESIONE DEL SENATORE PDS: Questa mattina, per la prima volta nella loro storia, i massoni italiani sfileranno in corteo. Ma, tra i simboli di Logge italiane e straniere giunte per l’ occasione nella capitale, ci sara’ anche un pidiessino, il senatore Saverio Di Bella, membro della Commissione bicamerale antimafia. Con un passato militante nel Pci e nel sindacato, apprezza il “nuovo corso” del Gran Maestro Virgilio Gaito e considera giusto “far cadere una volta per tutte” certe barriere: “La massoneria, quella “sana”, fa parte integrante della storia italiana”. Il capogruppo dei progressisti della stessa commissione, Antonio Bargone, prende subito le distanze: “Partecipa a titolo personale: noi ci dissociamo”. Ma la scelta fa nascere un nuovo “caso” all’ interno della Quercia. Il corteo dei duemila “fratelli” si muovera’ dalla Villa del Vascello per raggiungere il punto piu’ alto del Gianicolo, dove domina la statua di Giuseppe Garibaldi.”[22]Leggete, qui di seguito, la replica del senatore pds che partecipò alla celebrazione massonica, sempre sul Corriere della Sera del 23 settembre 1995: “Iscritti al Pds nella massoneria? Io non li conosco. Comunque, nessuna meraviglia: e’ cambiata l’ Italia, e’ cambiato il mondo ed e’ giunto il momento di far cadere certe barriere”. A parlare in questo modo e’ un vecchio militante pci, ora senatore del Pds e membro dell’ Antimafia. Saverio Di Bella, 55 anni, ha deciso di partecipare senza problemi al corteo dei massoni. Ed e’ stato preventivamente condannato da un altro parlamentare del suo stesso partito, il deputato Antonio Bargone, convinto che, con la tessera della Quercia in tasca, non si possa esprimere simpatia per il “nuovo corso” del Grande Oriente d’ Italia. Di Bella, che insegna Storia moderna all’ Universita’ di Messina, difende la sua scelta: “Basta saper distinguere, e io lo faccio per professione, tra la componente illuministico risorgimentale e quella degenerata della Toscana e dell’ Italia meridionale. Parlo dell’ infiltrazione ormai accertata della N’ drangheta in alcune Logge. Ma e’ proprio a questo livello che si e’ inserita la collaborazione fondamentale del Gran Maestro Gaito. Il suo tentativo di fare pulizia ha avuto riscontri oggettivi: ha gia’ espulso 4 mila iscritti e ha collaborato con l’ Antimafia”. Ma il deputato Bargone, capogruppo dei progressisti nella sua commissione, smentisce tutto.”[23]
Ancora in merito alla celebrazione massonica di Garibaldi del 1995, leggete l’articolo che pubblicò sempre il Corriere il giorno successivo: “La festa per sancire il “nuovo corso” del Grande Oriente d’ Italia: e’ la prima manifestazione del genere TITOLO: Mille in piazza, sono massoni Il senatore pds Di Bella a braccetto con il Gran Maestro – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – ROMA . Commenta il manifestante massone: “Non lo sapevate che Salvador Allende amava definirsi medico, socialista e massone? Se il presidente del Cile non si vergognava, perche’ lui dovrebbe nascondersi?”. Ma “lui”, Saverio Di Bella, membro della commissione parlamentare Antimafia e piediessino di ferro, non sembra imbarazzato piu’ di tanto a sfilare tra compassi, grembiulini e simboli esoterici. Anzi, malgrado la bufera scatenata dai suoi compagni di partito, marcia in prima fila a braccetto con il Gran Maestro Virgilio Gaito. Giacca scura, cravatta fantasia e camicia rossa d’ ordinanza. Garibaldino o comunista? “L’ uno e l’ altro . risponde .. Il rosso e’ un colore rivoluzionario”. Momento storico. Si festeggiano i 190 anni della massoneria italiana e, insieme, il centenario della statua di Garibaldi sul punto piu’ alto del Gianicolo. E il primo corteo militante del Grande Oriente d’ Italia. “A me . confessa Gaito . queste esibizioni non piacciono tanto. Pero’ l’ abbiamo fatto per dimostrare che non abbiamo nulla da nascondere. Siamo trasparenti e cristallini”. Di personaggi politici, a parte Di Bella, non se ne vedono. Pero’ , spiega un organizzatore, sono arrivati autorevoli complimenti: “La segreteria del presidente del Consiglio ci ha telefonato per un messaggio augurale. La stessa cosa ha fatto anche il presidente del Senato Scognamiglio. La Pivetti invece no: lei non ha risposto al nostro invito”. Dai cancelli della Villa “Il Vascello” esce un piccolo fiume di oltre mille persone eleganti, per lo piu’ in nero, con in mano stendardi di nuove e antiche Logge. Si dirigono verso il Gianicolo favoriti da uno splendido sole settembrino. E li’ si fermano, sotto la statua di Giuseppe Garibaldi, dove suona la banda delle camicie rosse. Il Gran Maestro sale sul palco e comincia a parlare. Lo seguono i colleghi venuti da Atene, Rio Grande do Sul e New York. Insieme ad un colonnello garibaldino. Tra i manifestanti c’ e’ un folto gruppo di livornesi. Si va dall’ imprenditore della Labromare, Diego Catenata, all’ operaio dell’ Agip, Emilio Navi. Sembrano tutti contenti del “nuovo corso”. Quale? “Beh, . tiene a precisare Piero Curiel, ginecologo fiorentino . e’ quello di sempre. Non siamo mai stati segreti, ma solo riservati”. A mezzogiorno, dopo aver deposto corone di alloro alle statue di Garibaldi, della sua compagna Anita e al monumento che ricorda i caduti della Repubblica romana, i fratelli massoni rientrano al “Vascello”. E nella biblioteca, sotto un triangolo con l’ occhio, il Gran Maestro riprende il suo discorso: “E ora di farla finita con la criminalizzazione. Tutti contro di noi, per colpa di antichi pregiudizi. Ma noi abbiamo il dovere di indirizzare gli altri verso la luce”. Il pidiessino Di Bella, che siede accanto a lui, e’ invece contento per un’ altra luce, quella che Gaito potrebbe dare alle indagini sulla ‘ ndrangheta: “Ha consegnato gli elenchi degli affiliati, collabora. E per questo che sono qui: bisogna appoggiare questi sforzi. Per loro non e’ una scelta indolore: la dissociazione di alcuni elementi potrebbe anche avere un prezzo di sangue”. Gaito annuisce e fa sapere che sui 14 mila affiliati al Grande Oriente ci sono 120 indagati: “La loro iscrizione e’ sospesa in attesa del giudizio”. “E giusto . commenta ilresponsabile della giustizia del Pds, Pietro Folena . favorire chi aiuta ad individuare gruppi piu’ o meno occulti. Ma abbiamo il dovere di ribadire che i nostri iscritti non possono aderire ad associazioni segrete. Insomma su questo argomento la nostra posizione non cambia”. Senatore avvertito, mezzo salvato? Comunque vadano le cose Di Bella potra’ consolarsi sapendo che altri partiti finora non hanno fatto alcun problema per la partecipazione di loro esponenti alla festa massonica. Al ricevimento del pomeriggio c’ erano il senatore Franco Righetti del Ccd, l’ europarlamentare di Forza Italia Roberto Mezzaroma, il presidente del gruppo misto alla Camera Siegfried Brugger (Svp) e il consigliere comunale verde Emanuele Montini.”[24]
Ora, per concludere, tenterò di attualizzare all’estremo la stima e la devozione che la massoneria italiana ed internazionale dimostrano per il massone nostrano Garibaldi. Dovete sapere che dalla morte di Garibaldi ad oggi sono state “gemmate” (termine massonico indicante l’apertura di una nuova loggia, si dice anche “alzare le colonne”) moltissime logge massoniche intitolate al Fr:. Ven:. Garibaldi. Per iniziare, qui di seguito vi propongo un elenco di logge nazionali ed internazionali tutt’ora esistenti intitolate al massone Garibaldi:
1] Garibaldi Lodge, n° 542, New York: http://garibaldilodge.com/
2] Loggia Garibaldi, n° 140, Ancona: http://www.garibaldi140an.it/
3] Loggia Garibaldi, n° 1188, Roma: http://www.loggiagaribaldi.roma.it/
4] Lodge Garibaldi, n° 890, Melbourne: https://www.facebook.com/garibaldi890/about
5] Monte Garibaldi Lodge, n° 127, Canada: http://freemasonry.bcy.ca/lodges/127/127.html
6] Garibaldi Lodge Winniepeg: http://www.sonsofitaly.ca/Garibaldi#GaribaldiLodge
7] Sms Giuseppe Garibaldi Lodge, n° 670, West Virginia: http://garibaldilodge.org/
8] Loggia Garibaldi, n° 315, Catania: http://www.garibaldi315.com/
Quella qui presentata è solo una piccola selezione delle logge dedicate al massone Garibaldi, in particolare s’è scelto di riportare questa lista di logge perché aventi un proprio sito web in modo tale da poter permettere al lettore di verificarne l’esistenza. Veniamo ora all’attualizzazione estrema della celebrazione del massone Garibaldi. Dovete sapere che dal 18 al 20 ottobre 2013 a Catania si tenne la “Conferenza Mondiale delle Logge Garibaldi” organizzata dalla sopra citata Loggia Garibaldi n° 315 all’Oriente di Catania (ultima dell’elenco sopra riportato). Vi riporto come il sito della loggia Heredom n° 1224 di Cagliari recensisce l’incontro: “Si terrà nella cittadina etnea, dal 18 al 20 ottobre prossimi, la Conferenza Mondiale delle Logge intitolate a Giuseppe Garibaldi. Il ricco programma della Convention prevede tre giorni densi di appuntamenti che offriranno agli intervenuti, provenienti da varie parti del globo, il meglio dell’ospitalità e delle attrazioni turistiche offerte dal territorio della Sicilia Orientale. Nel pomeriggio del 18 ottobre si apriranno i lavori che si terranno presso lo Yachting Club di Catania . Nella giornata del 19 ottobre si terrà, nella splendida cornice offerta dal Palazzo “Principe Biscari” di Catania, la “Conferenza su Giuseppe Garibaldi” a cui seguiranno i Lavori Rituali delle Logge Garibaldi, le cui conclusioni saranno tracciate dal Gran Maestro Gustavo Raffi. A seguire, presso il “Teatro Sangiorgi” si terrà un Concerto di Musica Classica, appositamente organizzato per l’evento. La giornata del 20 ottobre sarà invece dedicata ad un visita guidata alla vicina Taormina.”[25]
Vi riporto quanto scritto, invece, dal sito ufficiale del Grande Oriente d’Italia per l’occasione della conferenza mondiale dedicata alle logge intitolate a Garibaldi:
“Ai nastri di partenza, nella cittadina etnea, da domani sino al 20 ottobre, la Conferenza Mondiale delle Logge intitolate a Giuseppe Garibaldi. Il ricco programma della Convention prevede tre giorni densi di appuntamenti che offriranno agli intervenuti, provenienti da varie parti del globo, il meglio dell’ospitalità e delle attrazioni turistiche offerte dal territorio della Sicilia Orientale.
Nel pomeriggio del 18 ottobre si svolgeranno i lavori rituali, presso il Grand Hotel Baia Verde di Catania, le cui conclusioni saranno tracciate dal Gran Maestro Gustavo Raffi. Nella giornata del 19 ottobre si terrà, nella splendida cornice offerta dal Palazzo “Principe Biscari” di Catania, la Conferenza “Giuseppe Garibaldi: Oriente ed Occidente, due mondi ed il sogno della pace” che vedrà la partecipazione di: Giuseppe Trumbatore, presidente del Collegio Circoscrizionale della Sicilia; Giuseppe Ettore, presidente del Consiglio dei Maestri Venerabili di Catania; Salvo Pulvirenti, Grande Esperto del Grande Oriente d’Italia; Ferdinando testa, psicoanalista Junghiano; Annita Garibaldi, presidente ANVRG; Enrico Iachello, Università di Catania; Santi Fedele, Università di Messina; Marco Novarino, Università di Torino; Raffaele Mansi, Bibliotecario Oriente di Catania; Francesco Scialfa, artista e docente, e Oscar Bartoli , giornalista. Il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi ,traccerà le conclusioni. A seguire si terrà un Concerto di Musica Classica, appositamente organizzato per l’evento. La giornata del 20 ottobre sarà invece dedicata ad un visita guidata alla vicina Taormina”
Per concludere definitivamente con questa carrellata dei rapporti pre e post mortem tra il malefico Garibaldi e la massoneria internazionale includo nelle note una pagina web contenente le fotografie dell’incontro mondiale delle Logge Garibaldi svoltosi a Catania nell’ottobre 2011. Il lettore potrà visionare molte, tristissime, fotografie dell’incontro Mondiale delle Logge Garibaldi[26]: Per concludere definitivamente cito e riporto una parte della celebre poesia del Trilussa, “Li Frammassoni”:
Li Frammassoni
Che credi tu? Ch’a le rivoluzioni
Fussero carbonari per davero,
Cor sacco su le spalle e er grugno nero?
Ma che! È lo stesso de li frammassoni.
So’ muratori, si, ma mica è vero
Che te vengheno a mette’ li mattoni!
Loro so’ muratori d’opinioni,
Cianno la puzzolana ner pensiero.
Tutta la mano d’opera se basa
Ner demolì li preti, cor proggetto
De fabbricaje sopra un’antra casa.
Pe’ questo so’ chiamati muratori
E er loro Dio lo chiameno Architetto…
Ma poco più j’assiste a li lavori!
Trilussa